Argentina evita il default. Trovato l’accordo per salvare un Paese messo in ginocchio dalla pandemia.
BUENOS AIRES (ARGENTINA) – Argentina evita default. In extremis è stato trovato l’accordo con i creditori. Ad annunciarlo è stato il Governo che può tirare un sospiro di sollievo.
Argentina e il rischio di un secondo default
Dopo la prima bancarotta, Buenos Aires era chiamata a risarcire i creditori internazionali entro il 4 agosto.
L’offerta da parte del governo sudamericano è arrivata ed è toccato ai principali gruppi destinati a ricevere i soldi a decidere se accettare oppure no quanto messo sul piatto dal presidente argentino. Una trattativa che si è stata molto complicata tanto che i media internazionali hanno di un possibile nuovo default che doveva diventare ufficiale nei primi giorni di agosto anche se poi l’accordo è stato trovato.
L’appello di Fernandez
Come scritto dal Corriere della Sera, il presidente Fernandez ha fatto un appello ai creditori di accettare l’offerta con di 53,5 dollari per ogni 100 di valore nominale dei bond del debito in scadenza.
“Non possiamo fare di più – ha dichiarato il presidente argentino – spero che davvero i creditori che stiamo facendo uno sforzo enorme. Ed è l’ultimo che possiamo fare. Chiedo, per favore, che aiutino l’Argentina ad uscire dalla depressione. E’ impossibile chiedere a un Paese che ha il 40% di persone povere di fare uno sforzo aggiuntivo, perché questi ricadono sempre sui settori più vulnerabili“.
Le cifre
L’emergenza coronavirus ha contribuito alla bancarotta dell’Argentina. Il caso dello Stato sudamericano è molto particolare visto che dal 2001 sono tre i default dichiarati anche se in questo caso il grosso del debito è detenuto dal Fondo Monetario (44 milioni di dollari) e da investitori come lo hedge fund americano Black Rock.
La cifra complessiva del debito è di 65 miliardi di dollari. Per questo nelle prossime ore si proverà a cercare di trovare l’accordo con i creditori anche se non sarà semplice visto che le multinazionali hanno parlato di offerta non accettabile. La scadenza è stata fissata al 4 agosto quando si deciderà il futuro dell’Argentina.